L’ho’oponopono, la riconciliazione, l’emersione dei segreti, la libertà

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Ormai da qualche anno condivido la bellissima esperienza di fare Ho’oponopono con altre persone, in cerchio, all’Istituto di Crescita Personale La Rinascita dell’Essere. Sono sempre serate magiche ed incredibilmente risananti, ma quello che mi è accaduto ieri, 4 ottobre 2016, è riuscito davvero a stupirmi.

Lavoro su una paura profondissima da tempo, e con vari metodi (ho fatto molti autotrattamenti reiki, sto utilizzando una potentissima bottiglia aura soma, faccio frequentemente sedute di rebirthing) motivo per cui sento che questa paura atavica è sempre più pronta per essere vista e trasformata.

In questo stato mi accingo a fare la meditazione Ho’Oponopono, come sempre chiudo gli occhi, fisso l’obiettivo, che in questo caso è quello di riconciliarmi con quella paura, e poi lascio che la mente si spenga a vantaggio del suono delle bellissime parole che in questa pratica, vengono ripetute come mantra: mi dispiace, ti prego perdonami, grazie, ti amo.

Appena mi abbandono al suono, come sempre, parte la magia, un viaggio in uno spazio interiore profondissimo, e così riaffiorano ricordi dell’infanzia, e mi sento proprio in quel tempo, percepisco le emozioni ed il mio sguardo sul mondo di allora, e poi improvvisamente, mi ritrovo in un campo di concentramento, luogo in cui il mio nonno materno è davvero stato, e che lo ha segnato, lasciando in lui panico per la sopravvivenza, paura e rabbia.

A me, tutto ciò che riguarda il nazismo, l’olocausto, la seconda guerra mondiale, da sempre genera un terrore ed un dolore così forti, che non posso guardarli, non posso sentirne parlare, non posso vedere film o documentari, troppo doloroso per me, e quindi li fuggo, voglio cancellarli nella mia memoria, li reprimo.

Essi però sono una parte della mia storia familiare, non posso cancellarli, e quindi dall’inconscio continuano a restare sotto forma di quella rabbia e sabotaggio che riservo a me stessa, in una storta logica del cuore in cui sembro voler dire:” come posso io godermi la vita ed essere felice, quando i miei antenati hanno provato tanto dolore e disperazione? Se voglio onorarli devo soffrire almeno una parte, di come hanno sofferto loro”.

Mentre facevo la meditazione Ho’Oponopono, per la prima volta ho potuto vedere i visi dei prigionieri di un campo di concentramento ed anche quello di mio nonno, recluso in quel luogo dell’orrore nel fiore dei suoi anni,e di tutti gli altri, ed anche degli aguzzini, che stavano in un luogo dell’orrore e se ne rendevano responsabili, nel fiore dei loro anni, accecati dall’ideale e dunque offuscati dall’inconsapevolezza della grandezza dell’amore, oppure, banalmente mossi dalla paura per la sopravvivenza,ed improvvisamente, in questo nuovo lirico sguardo, tutto mi è apparso diverso da come lo avevo sempre visto, non c’erano dicotomie, buoni o cattivi, vincitori o vinti bene o male, ma solo la vita che si sforza di essere anche laddove sembra prevalere solo il suo contrario.

Con questa nuova consapevolezza ho potuto fare spazio anche per questo pezzo della mia storia dentro di me e posso dire “caro nonno se continuo a punirmi per onorarti, mortifico la vita, e lascio che vinca la tensione verso la morte dentro di me, quella stessa che trionfava nei campi di concentramento. Caro nonno da oggi vivo ogni giorno con gioia, amore e apertura, e solo così posso onorare il tuo destino, portando l’amore ed il rispetto in ogni mia relazione,in questo modo posso trasformare l’esperienza del dominio dentro di me ed in ciò che io creo nel mondo, come forza di armonia e pace ed abbondanza.”

Oggi per la prima volta ho guardato un programma storico su una strage nazista in Italia, quella di Marzabotto, ho pianto, ho sentito il dolore, ma l’ho accolto, ho sentito il dolore senza disperazione, la vita è così grande da poter accogliere anche il dolore.

Ringrazio le persone che condividono con me l’esperienza quindicinale dell’Ho’Opponopono, che mi hanno consentito di vivere e condividere questa esperienza profondissima ed impagabile.

Oggi mi sento riconciliata col passato e con la storia, rilassata, leggera, libera e pronta ad espandere la mia vitalità e creatività.

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Commenti

  1. Patrizia  Ottobre 11, 2016

    Bellissimo Paola!! !complimenti

    rispondere

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